L’addestramento del Cavallo al Nuoto

L’addestramento del cavallo al nuoto è molto utile , non solo perché li rende atti a superare corsi d’acqua, anche di notevole entità, durante i percorsi in campagna (quando si giunga dove non esistono ponti) ma anche perché é un mezzo ausiliario efficacissimo per la prepara­zione alle gare di fondo, alle corse, e comunque, per la messa in condizione allorché si voglia, durante l’allenamento, risparmiare tendini ed i garretti dei cavalli.

Il nuoto è un esercizio faticoso per i cavalli (faticosissimo per i soggetti meno portati ad esso o dotati di minori attitudini). Serve particolarmente ad esercitare i polmoni e i muscoli e perciò concorre a fare il fiato del cavallo ed alla sua messa in condizione.

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Prima cli iniziare un cavallo al nuoto è necessario rendersi conto della sua attitudine, al fine di adeguare l’addestramento ed il lavoro. Infatti, anche per questo tipo di addestramento, è importante rispet­tare la progressione, organizzandolo in modo che proceda senza scosse, senza inconvenienti e senza determinare cattive impressioni nel cavallo.

E’ necessario organizzare i programmi passando per tre tempi suc­cessivi, che chiameremo:

  • di ambientazione, o familiarizzazione, con l’acqua.
  • di scuola di nuoto.
  • di esercizi ed applicazioni al nuoto.1032562250

La familiarizzazione del cavallo con l’acqua deve avvenire con pro­gressione, facendolo passare più volte a guado in corsi d’acqua di piccola profondità ed a fondo sodo. Ciò perché il cavallo, mentre perde fiducia se si sente il terreno molle e manchevole sotto i piedi, può tendere a rifiutarsi, prendendo l’abitudine di fare dietro front; il che può essere pericoloso poi, allorché montato, inizi un guado con acqua profonda e forte corrente. Se si ripete spesso il lavoro nell’ac­qua, conviene avere l’avvertenza di ingrassare gli zoccoli e la forchet­ta dei piedi, per evitare il duplice inconveniente del soverchio ammorbidimento della cornea del piede e della perdita dei ferri, oltre che il marcimento della forchetta.

Il periodo di ambientamento è, in genere, di breve durata. In questo tempo si deve abituare il Cavallo a procedere con sicurezza, a cammi­nare direttamente guardando avanti, senza distrarsi. Ciò si ottiene col cambiar spesso guado e transitando anche per corsi d’acqua a corrente forte, per abituarlo a non lasciarsi impressionare e deviare dal tremolio ingannatore dell’acqua corrente. Talvolta può essere utile l’aiuto del frustino.

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Il “secondo tempo” della scuola di nuoto consiste in esercizi graduali da svolgere in un corso d’acqua ristretto e che non abbia corrente molto forte. La questione della corrente non molto rapida è impor­tante in quanto i cavalli trovano difficoltà, specie le prime volte, nell’iniziare il nuoto e nel mantenersi in direzione; ciò perché il cavallo, nuotando sulla impennata, viene in certo qual modo sospin­to e rovesciato dalla corrente forte proprio nel momento in cui, sull’impennata, il cavallo si accinge al nuoto. Inoltre, siccome il cavallo tende ad attraversare “direttamente” il corso d’acqua, le prime volte non si trova a suo agio a causa della corrente che lo ostacola nella partenza e per il fatto che si sente trasportato alla deriva. Poi si abitua anche a ciò, ma inizialmente è da previdenti evitare i corsi d’acqua a corrente forte.

 

L’acqua deve essere di profondità tale da consentire che il cavallo impennandosi, non trovi appoggio sulle estremità posteriori.

Per abituare il cavallo ad entrare le prime volte nella corrente è opportuno valersi di una barca, per condurvelo a rimorchio. In questo caso viene trattenuto con una corda attaccata all’anello sinistro del filetto dal cavaliere che sta sulla barca, per condurvelo a rimorchio. Il natante deve tenersi a monte del cavallo, a circa 5 metri da esso, per evitare di essere eventualmente investito dagli eventuali movimenti del cavallo stesso. Non appena il cavallo è entrato nell’ac­qua ed ha presa la giusta direzione per guadare, il natante ne asseconda il movimento, mentre il cavaliere sorveglia ed ha l’avver­tenza di lasciare sempre lenta la corda in modo da lasciare al cavallo la massima libertà.

Allorché il cavallo avrà passato regolarmente la corrente, condotto a rimorchio, lo si potrà far passare libero; ma per ciò fare converrebbe, le prime volte, farlo seguire da altro cavallo condotto a rimorchio, o guidato. da un cavaliere a nuoto. Il cavallo libero deve essere spinto verso l’acqua.

Il cavallo può essere a pelo o sellato. Il cavaliere entra con esso nell’acqua e procede man mano verso il centro del corso d’acqua. Ad un certo momento, mentre il cavallo si immerge gradatamente, lo si sentirà come impennarsi, E’ importante a questo punto, lasciarlo libero di bocca e non attaccarsi alle redini per non ostacolarlo e farlo rovesciare all’indietro, o deviare; si dovrà solo aver cura di tenerlo nella giusta direzione con azione particolarmente delle gambe. Non appena il cavallo accenna a nuotare il cavaliere sguscerà di sella per mettersi di fianco a lui ed a monte di esso, tenendosi con una mano attaccato alla criniera e nuotando con le gambe.

Così il corpo potrà essere tenuto quasi orizzontale, in gran parte immerso nell’acqua e le braccia saranno distese, Se occorre, si potrà guidare il cavallo con le redini, mediante leggera azione Quando il cavallo accenna a toccar fondo potrà essere inforcato nuovamente, per toccar riva con esso.

Bisogna avere l’avvertenza di non lasciarsi, portare dalla corrente davanti al cavallo per non essere da lui travolto con il movimento degli anteriori durante il nuoto; mentre nessun pericolo vi è ad attaccarsi alla coda per farsi trascinare, in quanto il movimento dei posteriori avviene alquanto al di sotto del pelo dell’acqua. Nel nuoto con il cavallo sellato é bene allentare la sella, sia per lasciar maggiore libertà al cavallo nella respirazione, sia per evitare la maggior tensio­ne dovuta ai sottopancia di canapa con la immersione nell’acqua. Può avvenire talora che un cavallo, nei primi esercizi, nel sentirsi mancare il fondo sotto, si impenni e cerchi di ritornare alla riva di partenza. In questa circostanza conviene che il cavaliere che é sulla barca continui a tenerlo per la corda con una mano e con l’altra lo afferri per il montante del filetto e lo obblighi a rimanere con la testa sul pelo dell’acqua, rivolta a monte. Nel caso persistesse é opportuno allungare la corda quando si può, lasciandolo rovesciare, finché si decida a mettersi a nuoto.

 

 

 

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