L’uomo e il cavallo: una storia lunga secoli

I nostri antenati che 20.000 anni fa disegnavano nelle grotte il cavallo colpito da frecce, augurandosi di poterlo catturare durante la caccia essendo una preda ambita, non avrebbero mai immaginato che ruolo importante avrebbe avuto questo animale nella storia dell’uomo.  La prima evidenza storica dell’addomesticamento del cavallo si ha in Asia centrale verso il 3.000 a.C; nelle zone dell’Asia centrale e meridionale i cavalli Tarpan furono i primi ad essere addomesticati dagli allevatori di stirpe mongola, che diedero vita all’Impero mongolo proprio grazie alla forza e all’astuzia dell’esercito di guerrieri a cavallo. 

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Da diversi millenni l’uomo addomesticava buoi, pecore, capre, maiali e cani, ma i cavalli risultavano essere troppo difficili da catturare perchè troppo veloci; l’uomo pensò quindi di catturarli in recinti ed allevarli negli stessi per cibarsi della carne. Ben presto però il cavallo dimostrò una certa propensione all’addomesticamento e l’uomo ne approfittò, visto che il dorso di un cavallo era più comodo di quello di un bue. Iniziò così un rapporto che dura da 6000 anni. Da allora i cavalli sono stati utilizzati non solo come cibo, ma hanno affiancato l’uomo nelle guerre, nel lavoro, negli spostamenti e nel divertimento.

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Dall’Asia, la domesticazione del cavallo si diffuse a macchia d’olio nel corso dei secoli, fino ad arrivare in Mesopotamia, Egitto, India, Grecia e nel resto d’Europa, circa 2000 anni più tardi. Dal 2000 a.C. circa iniziò quindi la vera espansione dei carri trainati. Intorno al 1500 a.C. l’uomo iniziò a montare a salire sulla groppa dei cavalli, anche se senza sella. Presto i cavalli diventarono il mezzo di trasporto più importante e gli eserciti li utilizzavano per gli spostamenti in guerra, anche se nel momento della battaglia utilizzavano ancora i carri. In battaglia, i carri furono molto utilizzati in tutte le civiltà fino al 300 a.C.

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Nello stesso periodo, i popoli nomadi delle steppe asiatiche diventarono sempre più abili nell’uso di arco e frecce, scagliate direttamente dai cavalli in corsa, senza sella ne staffe. L’abilità di questi popoli è rimasta leggendaria fino a tutto il XIII secolo. Tale bravura era legata al loro costante allenamento, infatti sin da bambini imparavano a cavalcare e ad usare l’arco per proteggere le mandrie al pascolo dai predatori e dai nemici.

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Probabilmente la prima vera cavalleria della storia fu l’armata di Alessandro il Grande, che nel 326 a.C. si spinse a combattere in India. Dopo di lui, in Occidente, le prime cavallerie si formarono in epoca carolingia intorno all’anno 750, rivoluzionando il sistema militare. La cavalleria acquisì grande rilievo nelle battaglie contro Arabi, Vichinghi e nomadi delle steppe.

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Nel nuovo ordinamento politico dell’epoca, il sovrano assegnava ai cavalieri dei feudi in cambio di servizi militari. Gli abitanti del feudo lavoravano affinchè il cavaliere potesse esercitarsi nell’arte della guerra e combattere quando il sovrano lo richiamava. L’addestramento era lungo e dispendioso, i cavalieri infatti avevano un grande senso del dovere e una forte coscienza del proprio ruolo. Alla fine del X secolo fu inventata la sella ad arcione in legno che aveva una specie di schienale molto pronunciato, il cavaliere poteva così avere un buon appoggio per utilizzare al meglio la lancia. Si sviluppò anche l’uso delle staffe, che furono inventate in Cina, le quali rendevano l’equilibrio ancora più stabile e aumentavano la sicurezza nell’uso delle armi.

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Tra la fine del XIII e il XIV secolo la cavalleria entrò in crisi a causa della crescita commerciale: la libera circolazione di beni, merci e denaro rese le popolazioni più autosufficienti e la figura del cavaliere che le difendesse non era più necessaria. La tecnologia sviluppata in guerra si trasferì così nelle attività di svago quotidiane: dalle gare di carri ai i tornei. Tuttavia la figura del cavaliere ispirò famosi racconti e leggende che affascinano ancora il mondo contemporaneo, famoso è il caso di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.

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Il Medioevo è anche il periodo delle Crociate (1095 – 1291); senza il cavallo l’uomo non avrebbe mai potuto affrontare le lunghe distanza che lo separavano da Gerusalemme nella Terra santa. In questi luoghi i cavalieri occidentali conobbero la “cavalleria leggera”, con un equipaggiamento più leggero e dei destrieri più veloci; al loro ritorno in patria i crociati portarono con se gli stupendi cavalli arabi.

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Il Quattrocento vide la comparsa delle prime armi da fuoco; le armature dei combattenti diventarono più pesanti e i cavalli più grossi e robusti. Nel Cinquecento la polvere da sparo sostituì le armi bianche e i grandi eserciti di fanteria armati di moschetto presero il sopravvento sulla cavalleria. Nel Seicento nacque la baionetta, ma il cavallo rimase in prima linea nelle cariche “a briglia sciolta”; in questo periodo fiorirono le scuole di equitazione e i trattati di governo alla mano del cavallo.

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Dal Settecento il ruolo della cavalleria divenne sempre più marginale e i reparti si specializzarono in ruoli precisi a fianco della fanteria. La cavalleria pesante, con armatura e grossi cavalli, apriva brecce dove il nemico mostrava debolezza; la cavalleria leggera esplorava il territorio e spiava il nemico; gli archibugieri combattevano sia a cavallo che a piedi.

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Con l’avvento dell’epoca moderna, già nella prima guerra mondiale, il cavallo fu sostituito da altri mezzi di trasporto, uscendo definitivamente di scenda durante le battaglie.

Un occhio di riguardo deve essere dato ai cavalli nella storia americana. L’esercito di Cortez a cavallo, grazie alla fanteria, riuscì a sconfiggere gli Aztechi e a conquistare il nuovo mondo. Gli indiani, che fino ad allora non avevano mai visto animali simili, pensarono che il cavallo e il suo cavaliere fossero una creatura unica con poteri divini e si sottomisero ad essi. Alcuni dei cavalli dei conquistadores scapparono o furono abbandonati e si rinselvatichirono; le popolazioni indigene iniziarono il processo di domesticazione che era già iniziato 4000 anni prima nel nuovo mondo.

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