Storia ed evoluzione del cavallo

Il cavallo come lo conosciamo oggi è molto diverso dal suo lontano antenato. I progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra tra 45 e 55 milioni di anni fa; i biologi evoluzionistici, infatti, hanno una buona conoscenza del processo evolutivo cominciato all’inizio del Cenozoico che ha portato alla specie attuale, dato che si sono trovati vari resti: dal Sifrhippus e dall’Eohippus dell’Eocene inferiore si è passati all’Orohippus e all’Epihippus dell’Eocene medio e superiore, cui ha fatto seguito, nell’ordine, il Mesohippus e il Miohippus dell’Oligocene. Proprio dal Miohippus, o forse dal Parahippus nel Miocene, l’evoluzione ha portato al Merychippus e da questi al Pliohippus, vissuto nel Mio-Pliocene, arrivando quindi all’Equus del Pleistocene e infine all’Equus caballus del Neolitico. Tutti i cavalli attuali possono essere ricondotti a tre ceppi principali appartenenti a un’unica specie: gli estinti tarpan ed Equus robustus e il quasi estinto cavallo di Przewalski.

evoluzione

L’animale dal quale  si è sviluppata la famiglia degli Equidi, che comprende cavalli, asini e zebre, ha attraversato un processo di evoluzione durato circa 55 milioni di anni; si chiamava Eohippus o Hyeracotherium. L’Eohippus era alto circa 30 cm, più o meno come una volpe o un cane e si cibava prevalentemente di foglie, piccoli arbusti e frutti, che brucava in boschi dal suolo paludoso. Per masticare aveva 44 piccoli denti adatti a masticare anche cibi di origine animale. Le zampe anteriori avevano 4 dita, quelle posteriori 3: tutte le dita erano provviste di piccoli zoccoli, però l’Eohippus camminava appoggiandosi ai cuscinetti plantari. La testa era piccola, le zampe corte, la schiena arcuata. Il mantello era maculato o striato, per permettergli di mimetizzarsi meglio nella boscaglia e sfuggire ai predatori. L’Eohippus aveva un carattere intraprendente e avventuroso, infatti si diffuse un pò ovunque sulla terra, come dimostrano i resti fossili ritrovati in Nordamerica, Europa, Asia e Africa.

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Con il passare dei secoli e l’evolversi delle condizioni geo-climatiche della terra, il piccolo Eohippus modificò lentamente le sue caratteristiche. Le zampe si allungarono per affrontare gli spostamenti in aree sempre più vaste e per scappare dai predatori, di conseguenza la sua altezza aumentò. Per muoversi velocemente sui suoli rigidi di steppe e praterie, l’Eohippus sviluppò maggiormente il dito centrale fino ad arrivare ad avere un unico zoccolo in tutte le zampe, mentre delle altre dita non rimase che il metacarpo, il metatarso e le castagnette.. Cambiarono anche le sue abitudini alimentari: da brucatore divenne un erbivoro pascolatore, modificando l’apparato digerente e la conformazione dei denti, che si specializzarono per masticare diversi tipi di erbe e cereali. Anche il collo si allungò, per arrivare meglio all’erba a terra; gli occhi si spostarono più lateralmente per aumentare il campo visivo e individuare meglio i predatori.

Attraverso le diverse ere preistoriche l’antenato del cavallo si chiamò Mesohippus, Parahippus, Merychippus e Pliohippus. Nel corso dei millenni molte ramificazioni si sono anche estinte, come l’Anchitherium e l’Hypohippus, discendenti del Miohippus, o l’Hipparion e l’Hippidion, discendenti del Merychippus. L’aspetto del Pliohippus di 6 milioni di anni fa assomigliava molto a quello dei pony attuali, infatti questa specie rappresenta l’ultimo anello della catena evolutiva che ha dato origine all’Equus, diretto genitore del cavallo, apparso circo un milione e mezzo di anni fa.

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L’Equus sembra aver avuto origine nel Nordamerica circa un milione e mezzo di anni fa; da li si diffuse anche in Asia, Europa e Africa. Infatti, prima della deriva dei continenti, il continente americano era ancora unito a quello asiatico; poi, 10000 anni fa, prima dell’era glaciale, l’Equus si estinse in America e si dovrà aspettare la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, nel 1492, perchè vi fosse reintrodotto dai conquistadores spagnoli.

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Intanto però, in Europa, in Asia e in Africa l’Equus aveva continuato la sua evoluzione adattandosi al clima e all’habitat dei luoghi in cui viveva. In Africa presero il sopravvento i rami evolutivi che hanno portato alle zebre e agli asini. In Asia e in Europa, si svilupparono 4 tipi di cavallo preistorico, che hanno dato origine, attraverso incroci e adattamenti ambientali, alle razze di cavalli che conosciamo oggi e che appartengono alla specie Equus Caballus.

In Cina  e Mongolia si sviluppò il “cavallo delle steppe”, scaltro e coraggioso, adatto ad arrampicarsi su dirupi scoscesi e piuttosto agile come nuotatore. Aveva una testa grossa e orecchie lunghe, il mantello grigio punteggiato di nero e una costituzione tozza e robusta. Ancora oggi viva selvaggio nelle steppe della Mongolia, uguale in tutto e per tutto al suo antenato, si chiama “cavallo di Przewalski”, dal nome dell’esploratore russo che lo scoprì nel 1870.

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Più a ovest, fra Asia occidentale ed Europa, precisamente in Russia, Polonia e Ucraina, si sviluppò il “cavallo delle pianure, più veloce e leggero. Anche questo cavallo è arrivato immutato fino ad oggi, grazie ad un forte isolamento ambientale; si chiama Tarpan e vive in branchi protetti nelle foreste polacche. Dal Tarpan probabilmente derivano il Purosangue arabo e altre razze similari.

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Il “cavallo delle foreste” oggi è estinto, ma ha dato origine alle razze di cavalli pesanti. Si era adattato alle aree paludose e umide del Nord-europa, aveva zampe forti e pelose per proteggersi dal terreno melmoso, un pelo irsuto contro il freddo ed era piuttosto grande.

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Nel nordest della Siberia viveva un piccolo cavallo: il “pony della tundra”. I suoi resti sono stati trovati proprio lì, insieme ai resti degli antichi mammut. Questo cavallo è probabilmente il progenitore di una razza di pony che vive tutt’oggi in quella zona: il pony Yakut.

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