L’intervento di castrazione

La castrazione è una pratica molto antica che non fa parte di tutte le culture equestri (è diffusa soprattutto in Europa) e probabilmente deve la sua diffusione all’uso del cavallo nel lavoro agricolo, per cui si preferiva utilizzare animali docili e pazienti, più adatti allo sforzo fisico e che non avessero reazioni imprevedibili. Dove si utilizzava il cavallo per la guerra la castrazione era meno diffusa.

In Spagna, dove esiste una delle più antiche ed elaborate culture equestri, la castrazione dei cavalli è poco diffusa; in particolare, nei cavalli Andalusi, la castrazione non viene minimamente considerata poichè si è sempre proceduto alla selezione dei soggetti più docili. Presso le popolazioni arabe e del Nordafrica nessun animale viene castrato, anzi, montare un cavallo castrato è sinonimo di vergogna.

Già 45 giorni dopo il concepimento i testicoli si formano in sede intraddominale, dopo la nascita scendono nello scroto attraverso il canale inguinale. Tale collocazione dei testicoli è necessaria alla loro termo-regolazione, poichè se esposti a temperature troppo alte o troppo basse, gli spermatozoi morirebbero; infatti, grazie a dei muscoli particolari, i cavalli sono in grado di avvicinare o allontanare i testicoli dal corpo. Oltre alla produzione di spermatozoi per la riproduzione, i testicoli hanno anche la funzione di secernere degli ormoni che regolano sia lo sviluppo corporeo che gli aspetti caratteriali.

Lo stallone è tendenzialmente meno docile, più aggressivo e imprevedibile, ma se si arriva a controllare questa esuberanza incanalandola nel lavoro e nell’addestramento, scopriremo un lato affettivo che ci stupirebbe, poichè gli stalloni sono notoriamente più padronali. La castrazione provoca profonde modificazioni nell’equilibrio psico-fisico del cavallo che vi è sottoposto: il suo interesse per il mondo esterno si limita al cibo ed alla sopravvivenza, molto scarsa la curiosità per quanto lo circonda, in tutte le sue azioni manca la carica. Cambia anche la forma fisica con forme fisiche più simili a quelle della femmina ed una maggiore tendenza ad ingrassare; infatti i cavalli da carne vengono castrati per avere un più rapido incremento ponderale.

Vi sono però circostanze in cui la castrazione è inevitabile, come nei casi di criptorchidismo, versamenti, ferite o tumori, ma anche in seguito a malattie veneree o gravi difetti comportamentali. L’età giusta per effettuare l’intervento di castrazione è dai 2 ai 2 anni e mezzo; se fatta troppo precocemente può influire negativamente sullo sviluppo del puledro, se fatta troppo tardivamente risulterebbe inutile nei casi in cui venga effettuata per moderare il carattere del cavallo.

La chirurgia moderna ha messo da parte i metodi cruenti utilizzati in passato per rendere questa pratica meno traumatica per il cavallo. Si può ricorrere ad un’anestesia totale con il cavallo coricato, o un’anestesia locale con sedativi e il cavallo in piedi. Il veterinario incide lo scroto, lega i cordoni testicolari ed asporta i testicoli. Anche se il decorso operatorio non risulta essere particolarmente problematico, il periodo che segue l’intervento è molto delicato per il cavallo a causa delle modificazioni ormonali, per cui appare triste e abbattuto e pertanto è bene non sottoporlo a lavori gravosi per 2 – 3 mesi.

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