lo zoccolo e il ferro. Un binomio di benessere.

Lo zoccolo e il ferro

Il cavallo è nato per camminare nei pascoli dove lo zoccolo si consuma poco; il binomio con l’uomo lo ha costretto a terreni duri e battuti. Lo zoccolo del cavallo non è fatto per questo tipo di terreni e l’impatto della parte cornea con il terreno duro ne comporta un consumo eccessivo; ecco perché l’uomo ha deciso di proteggere l’amico equino con la ferratura.

L’idea di utilizzare ferri per proteggere lo zoccolo risale probabilmente agli antichi romani (IV secolo), che inventarono l’ipposandalo. Più che una ferratura vera e propria, si trattava in realtà di un sistema per riparare il piede di un cavallo zoppo che poteva camminare solo al passo. La ferratura vera e propria venne introdotta da Galli e Celti, maestri maniscalchi. La definitiva affermazione della ferratura si ebbe con l’inizio delle Crociate: in questo periodo infatti i cavalieri si trovarono a dover affrontare lunghi spostamenti a cavallo.

Lo zoccolo di un cavallo cresce di circa 8 mm al mese. In media un cavallo ha bisogno di essere ferrato ogni 30-40 giorni, quando il ferro si consuma e lo zoccolo cresce. La prima ferratura viene fatta nei puledri a 16-18 mesi, si ferrano prima gli anteriori e successivamente i posteriori. Ci vogliono dai 9 mesi a 1 anno perché lo zoccolo compia un ciclo intero di crescita e si rinnovi completamente.

I ferri possono essere in ferro, in rame, in alluminio, in acciaio, in plastica, in gomma, stampati o fatti a mano. Il ferro ha una faccia liscia che va a contatto con lo zoccolo e una faccia stampata con solcature e stampi per il passaggio dei chiodi (4 laterali e 3-4 mediali). La parte terminale può essere rialzata di ramponi, la parte anteriore può essere dotata di una(anteriore) o due alette(posteriore) dette barbette, la binda può essere più o meno larga.

Il maniscalco può ferrare a freddo o a caldo. Dopo aver tolto il vecchio ferro, taglia e pareggia l’unghia con appositi strumenti. Nel caso di una ferratura a freddo, batte il ferro con il martello sull’incudine fino ad adattarlo al piede del cavallo. Nel caso della ferratura a caldo, il maniscalco forgia (modella) il ferro rovente sull’incudine, poi lo appoggia sotto il piede del cavallo: il metallo rovente aderisce perfettamente allo zoccolo. Poi il ferro viene inchiodato da sotto a sopra alla parte esterna dello zoccolo che non è vascolarizzata, e i chiodi tagliati e limati.

 

 

 

 

 

 

 

I ferri variano di forma e peso. Ogni cavallo deve avere la ferratura con la quale riesce meglio a camminare. Variando i ferri possiamo variare il passo del cavallo: velocizzare lo stacco degli anteriori, rallentare i posteriori, far alzare e arrotondare maggiormente gli anteriori, ecc… in questa maniera si riescono ad evitare i difetti di andatura (l’attingersi, il raggiungersi….). Perciò esistono diverse tipologie di ferri: ferro aperto, ferro chiuso (a uovo, pianella), ferro con le traverse, le rane, le racchette le mezze-lune, le flap.


L’abilità del maniscalco sta soprattutto nell’osservare la postura e gli appiombi del cavallo per adottare una ferratura che non obblighi l’animale a cambiare il proprio equilibrio, con conseguenze spesso gravi. Esistono inoltre, delle ferrature correttive, per correggere i difetti di appiombo.

Lo zoccolo e il ferro

 

 

Lo zoccolo e il ferro

 

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