Se si utilizza un termometro digitale, assicurarsi che sia acceso; se invece si utilizza un termometro a mercurio, assicurarsi che sia ad una temperatura bassa. Introdurre delicatamente il termometro nel retto, assicurandosi che la punta riposi contro la parete rettale; questo per garantire che non entri a contatto con il letame, il quale ha una temperatura più elevata. Per garantire questo, esercitare una leggera pressione sul termometro e spingerlo contro le pareti laterali del retto, fino a quando non si avverte una leggera resistenza.
La temperatura corporea fisiologia dei cavalli adulti è di 37,5 – 38,5 °C; per i puledri è 38 – 39 °C; per asini, muli e bardotti è 37,5 – 39 °C.
Valori leggermente più bassi rispetto ai minimi indicati, sono normali in inverno, al mattino, con il digiuno o se il cavallo ha bevuto acqua fredda. L’ipotermia abnorme invece è grave poichè è sinonimo di preagonia, intossicazione di origine microbica (Coli, Bacilli), intossicazione di origine chimica (uremia, acetonemia), o cachessia.
La temperatura corporea è più elevata nei soggetti giovani, sotto l’anno di età. Può aumentare durante le stagioni calde, con il lavoro, durante la digestione o con stati febbrili. I fenomeni di ipertermia abnorme, denominati “febbri iperpiretiche”, si osservano nei casi di influenza equina, anemia infettiva, colpi di calore,… Il cavallo febbricitante si presenta depresso, con le orecchie fredde, il naso umido e screpolato, la digestione difficile.
Ogni qual volta si presentino variazioni notevoli della temperatura corporea è importante contattare il veterinario, il quale ne accerterà la causa e prescriverà la cura adatta. E’ bene non cercare rimedi fai-da-te o far assumere all’animale farmaci anti-piretici, poichè potremmo mascherare i sintomi di patologie ben più gravi.