L’anemia infettiva equina e il test di Coggins

L’anemia infettiva degli equini (AIE), è una malattia infettiva di origine virale dei cavalli. Possono essere colpiti tutti gli equidi, tuttavia non sono riportati in letteratura casi di contagio con asini, muli e bardotti.

Dopo la penetrazione del virus, questo inizia a riprodursi all’interno dei macrofagi molto velocemente. Il periodo di incubazione fino all’eventuale comparsa della malattia è compreso tra i 10 e i 20 giorni, ma può variare tra 1 e 90 giorni; i sintomi possono comparire ad intervalli irregolari, anche nell’ordine di mesi o anni. In seguito a questo l’organismo ospite inizia a produrre anticorpi e si innesca la formazione di immunocomplessi. Questi ultimi sono i principali responsabili dell’insorgenza delle febbri.



Il decorso dell’anemia infettiva può essere:

  • Acuto ( e sub-acuto): un sintomo tipico è la febbre alta oltre i 40 °C (La normale temperatura di un cavallo sano è 38 °C). A ciò si aggiunge una spiccata debolezza muscolare, un’andatura barcollante e tremori. Di norma si riscontrano diffuse emorragie puntiformi nella zona sublinguale e anemia, riconducibile alla distruzione dei globuli rossi (emolisi) e alla carenza di piastrine (trombocitopenia). Non sono infrequenti particolari turbe cardiache e renali. Di norma l’appetito è buono, nonostante il grave stato di malattia. I decessi sono frequenti nel caso di varianti del virus particolarmente aggressive. Esiste anche una forma sub-acuta che presenta gli stessi sintomi della forma acuta, ma più attenuati.
  • Cronico: l’equide mostra spossatezza e una riduzione del peso nonostante l’appetito buono. Dopo lo sforzo fisico si evidenzia di solito un attacco di febbre. Non di rado si manifestano sintomi a carico del sistema nervoso centrale come apatia e intontimento. L’esito della malattia è molto vario: l’equide può guarire completamente ma resta portatore del virus: le febbri diminuiscono di intensità col tempo fino a che la malattia rimane completamente priva di sintomi.
  • Asintomatico: spesso chiamata anche latente non è in realtà una forma della malattia bensì la semplice presenza di anticorpi nel sangue, il cavallo si presenta sano.

L’anemia infettiva equina è una malattia particolarmente poco contagiosa; solo i cavalli che presentano la malattia in forma acuta o sub-acuta sono infettivi. Il virus si trasmette principalmente ad opera di insetti ematofagi (tabanidi e stomoxidi) che fungono da vettori meccanici. Il tafano che punge un cavallo malato mantiene il virus nel suo apparato buccale per un periodo tra i 30 minuti e le 3 o 4 ore, tempo in cui è un potenziale veicolo di diffusione, è necessario quindi che la femmina che sta pungendo un cavallo malato sia scacciata e vada a pungere un altro soggetto o che punga lo stesso cavallo su più punti per poter trasmettere il virus. Riassumendo, per propagare l’infezione, è necessario un cavallo veramente malato (il 10% dei positivi) e che sia in fase acuta o sub-acuta (una piccola parte di quelli malati), dobbiamo essere in una stagione calda (d’inverno gli insetti ematofagi sono molto rari) e una doppia puntura su soggetti diversi (evento molto raro).

I puledri nati da madri infette che risultano sierologicamente positivi all’anemia infettiva nei primi mesi di vita per trasferimento dell’immunità materna attraverso il colostro, si negativizzano intorno al sesto mese di vita (periodo in cui l’immunità materna scema) risultando non infetti. Lo stretto contatto di questi con le madri (senza infettarsi) per tutto il periodo dell’allattamento è una ulteriore riprova della difficoltà della trasmissione della malattia.

La diagnosi di anemia infettiva degli equini può essere confermata da un’analisi di laboratorio, nota come test di Coggins. I cavalli che risultano positivi al test di Coggins sono da classificare come soggetti portatori del virus per tutta la vita, anche se non manifestano alcun sintomo della malattia e sono tecnicamente sani. L’essere umano è immune dal contagio da AIE, non sussiste alcun pericolo in questo senso.

Dal 26 Aprile 2016 il test di Coggins in Italia è stato dichiarato obbligatorio e deve essere effettuato su tutti i cavalli di età superiore ai dodici mesi. Ogni anno, il veterinario della ASL preposta ha il compito di prelevare un campione di sangue da ogni cavallo per poter effettuare il test; per zone in cui si sono verificati dei focolai, la frequenza del test è semestrale. Il test viene effettuato in seguito al pagamento di un bollettino postale, il cui costo viene stabilito dalle ASL provinciali. Solo i laboratori delle ASL possono effettuare il test!

Nel caso di soggetti risultati positivi all’anemia infettiva, i campioni di sangue vengono inviati al centro di riferimento nazionale. Il cavallo positivo deve essere isolato a minimo 200 metri da ogni cavallo; la movimentazione può essere effettuata nelle ore serali e/o notturne (dopo le ore 19.00 nel periodo primaverile/estivo dal 1°aprile al 30 settembre; dopo le ore 17.00 negli altri mesi), previa disinfestazione con idonei insetticidi dei mezzi di trasporto e degli animali stessi con sostanze ad azione repellente ed insetticida. Non è previsto nessun obbligo di abbattimento!

Per evitare il contagio il vaccino è inutile, dato che ad ogni febbre il virus si modifica geneticamente; l’unica profilassi sono le misure contro gli insetti (insetticidi,trappole,…). Nel caso di individui realmente malati, si possono curare i singoli sintomi, ma la malattia vivrà per sempre con il cavallo colpito.

 

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